Concorso "Dove nessuno è mai venuto prima": "Uno Spazio intergalattico nel corpo e nel cuore" di Thomas Ubaldini

Uno Spazio intergalattico nel corpo e nel cuore, di Thomas Ubaldini


Anno 2959 della Quinta Era. Insediamento Umano nel Sistema Solare. Venere, Marte, Giove e Saturno: completato. Urano e Nettuno: in attuazione a partire dal 2944.
L'astronave JXY è immota fuori dal cerchio gravitazionale di Urano. Adim Kamendy osserva assorto il color verde acqua del pianeta e si scopre nostalgico verso l'acqua dell'antico pianeta Terra. Tra un'ora dovrà equipaggiarsi per un sondaggio ravvicinato. Obiettivo: analizzare, tramite prelievo di materia, le componenti bio-chimico-fisiche della prima fascia dei 10 anelli di Urano. Brian O'Shea è stato scelto per affiancarlo nell'Operazione11 al di fuori dell'astronave JXY e in totale assenza gravitazionale: non sarà un lavoro facile sebbene già tentato 10 volte. Brian O'Shea… Adim si sofferma per un istante a pensare al collega, di antica stirpe terrestre gaelica, mentre lui appartiene a quella persiana. È strano che nonostante siano trascorsi più di 4 secoli da quando la razza Umana si è insediata nel Sistema Solare, i loro nomi ed il loro sangue e lembi del loro retaggio mantengano una radice ancora terrestre. Invece i figli di sangue misto tra la razza Umana e quella degli Ossimori ormai non ricordano quasi nulla della Terra. Per Adim non è così. Il tempo stringe: è ora di prepararsi. Adim distoglie lo sguardo da Urano e, mentre percorre i lunghi corridoi dell'astronave, si scopre piacevolmente a pensare al volto di Brian. Adim e Brian si incontrano nella cabina di decompressione e prendono ad equipaggiarsi. Brian ha uno sguardo lambiccante mentre lo saluta e si confrontano nel ripasso degli ordini del Comandante. Ad Adim non dispiace affatto e, anzi, la cosa gli indurisce repentinamente il pene: ha 35 anni e il sesso con le donne non lo ha mai attratto. D'altro canto, non ha nemmeno avuto esperienze dirette di sesso tra maschi e si scopre, più che imbarazzato, inebriato. Sì, ricorda bene i retaggi di secoli prima sulla Terra dal cui pianeta ancora scorre il suo sangue, lo stesso che ora gli pulsa una passione galattica e conosciuta fin dentro al suo cazzo nell'osservare Brian; un retaggio oscuro che aveva causato dolore e sofferenza a quell’antica gente: a tutti veniva fatta, da 150 anni, civili o operatori spaziali, un'accurata analisi del DNA e delle componenti energetiche del sangue per mantenere in memoria tutta la vastissima Storia dell'Uomo fin dai tempi della Terra. Eppure ora Adim è lì a riepilogare gli ultimi dettagli tecnici con Brian, con quel suo sguardo diverso dal solito, un lambiccare di cui, nei loro 10 anni di amicizia e lavoro d'équipe, non si era mai accorto. Ma è solo lui a non essersi accorto o quello sguardo c'è già stato, mentre lui è rimasto lungamente cieco a questo mistero grande almeno come lo spazio interstellare? La sua erezione si acquieta un poco, mentre conclude la vestizione. D'un tratto si ricorda di avere ancora nell’armadietto tre compresse e due microchip: d'impulso non esita a prenderli con sé, ascoltando soltanto il languore dolce e possente che lo guida dal suo cazzo inturgidito. Brian lo chiama: sono pronti per l'Operazione11. La spinta propulsiva della navetta li lancia al di sotto della velocità del suono, diritti verso i confini esterni degli anelli di Urano. I corpi di Brian e Adim sono allenati per sopportarne adeguatamente l'incidenza fisiologica e lo sono anche per reggere bio-fisiologicamente l'assenza di gravità. In pochi istanti si ritrovano sospesi nello spazio ad una bracciata dai frammenti di materia che costituiscono l'anello più esterno. La luce del Sole che Urano riflette, verdina, su di loro è intensa, stupenda. Le tute spaziali restano in comunicazione con la navetta e l’astronave JXY. 'Che emozione conquistare anche questo pianeta per un nuovo insediamento umano nel rispetto delle Leggi dell'Armonia Cosmica', medita Adim. Il loro lavoro può iniziare. È necessario il prelievo dei campioni di materia che costituisce i 10 anelli di Urano; dopodiché l'operazione deve essere ripetuta sulla sfera gassosa, una volta installata una breccia di passaggio per le navette attraverso gli anelli, recuperando i campioni nell’apertura della breccia senza causare danno all'equilibrio planetario. Ci vorrà molto tempo per superare tutti e 10 gli anelli e già le precedenti operazioni sono fallite alla prima fase. Adim e Brian sono impegnati per la prima volta in una missione del genere ed è la prima volta che si ritrovano a lavorare in così stretto contatto. Il tempo scorre veloce e il lavoro si prospetta più arduo del previsto, nonostante le precedenti missioni abbiano consentito di ovviare a molti problemi. Né Brian né Adim, però, riescono a gestire al meglio la condizione combinata di una quasi completa assenza di gravità e della debole attrazione esercitata da Urano: questa è la fase più dura per tutti. Le tute spaziali non sono del tutto in grado di neutralizzare gli impatti fisiologici di una così elevata assenza di gravità e ciò comporta l'inversione della normale distribuzione dei liquidi del corpo, imponendo un carico emo-linfatico diretto dagli arti inferiori verso quelli superiori. È trascorsa già un'ora e la mancata compattezza degli elementi di materia del primo anello rende più lento il lavoro. Adim viene colto da una lieve cefalea, mentre sente gonfiarsi le vene del collo e distorcersi i sensi. Nella sensazione fastidiosa ma inebriante si ricorda di avere nella tuta le compresse che in 60 secondi rivestono il pene di una guaina protettiva autoprodotta dal corpo e si ricorda anche dei microchip che applicati alle tute consentono di mantenere la funzione protettiva e al tempo stesso di renderle trapassabili al tocco delle mani. Brian tenta ancora di raggiungere un frammento di idrogeno ghiacciato per un prelievo: anche lui comincia a sentirsi come Adim. Dalla JXY sta arrivando l’ordine di tornare alla base: il tempo di esposizione nello spazio sta superando l’ora e in quelle condizioni diventa rischioso. “Dateci ancora 15 minuti!” grida furente Brian al collegamento audio. “Adim, aiutami, ci siamo quasi!” dice più deluso che entusiasta fissando gli occhi di Adim di nuovo con quel lambiccare che in lui esercita una forte eccitazione. Adim rimane immoto per qualche istante, preso da forte turgore: solo a una cosa sta pensando mentre già ingoia la compressa ed installa il microchip nel dispositivo della tuta. “Brian, guardami!” dice con tono vellutato, ma imperativo. Brian si volta: due giovani uomini sospesi nell'interspazio Planetario Solare, due uomini di stirpe terrestre benché mutati dai miscugli del sangue con le altre razze cosmiche. La tuta di Adim prende un brillìo azzurro e Brian subito capisce. “Baciami Brian” continua porgendogli microchip e compressa di Sirifidone. “Baciami, toccami ovunque; leccami e lasciati leccare; scopami e lasciati scopare. Ti voglio Brian, ti voglio qui, adesso sospesi nella magia del Cosmo! Avrei tanto voluto chiedertelo prima!” Il cazzo di Brian si indurisce come acciaio a quelle parole: tante volte aveva pensato ad Adim in questo modo: mai lo aveva rivelato. Subito capisce a cosa servono il farmaco e il microchip e in pochi istanti assume entrambi. I loro corpi, nudi sotto le tute, possono incontrarsi in uno spasmodico ansito di eccitazione che pulsa più dell'inversione dei liquidi emo-linfatici dell’organismo. Brian sente il cuore pompargli il sangue fino al cazzo, repentino, sempre di più. Adim, sotto le carezze del compagno, sente spezzarsi l'ultimo lembo dell'antico retaggio religioso: al suo posto una luce cosmica gli inonda il corpo, la mente e il cuore attraverso la magnifica consapevolezza del suo cazzo turgido come mai prima di quel momento, pronto quasi a esplodere e a ricordargli il grande Segreto del Cosmo e del moto di ogni Astro: l'Amore e l'Eros. Brian è tutto un fremito di gemiti e i peli sulla sua pelle si rizzano presi da un forte brivido che gli indurisce anche i capezzoli sotto la lingua eccitante di Adim. Le mani di entrambi sono come i giganteschi uragani di Giove, il grande pianeta colonizzato in Pace nel 2758. I brividi di pelle li eccitano sempre più, la saliva si impregna del sapore di quella stessa loro pelle e di quella setosa mucosa dei loro peni, glandi e testicoli. Il sudore degli ansiti di piacere li fa navigare oltre i confini del Sistema Solare. Non si accorgono più di nausea e cefalea: sentono soltanto se stessi uniti in un solo essere. Nell'impeto liberatorio, travolgente, eroticamente tumultuoso e delicato, in quella sospensione nel cosmo fatta di piacere, le ultime catene del passato antico rammentano loro che il flagello HIV è stato debellato nel lontano 2047 e si sentono felici di essersi protetti con il Sirifidone, giacché altri agenti bio-patogeni creano ancora gravi minacce. Brian e Adim sentono i messaggi provenienti dalla JXY che li incitano al rientro: ma a loro non importa più nulla. Sentono solo la forza di se stessi nell'esplosione liberatoria del sesso. Si penetrano entrambi più volte, respirando, rantolando, gemendo di piacere! E alla fine vengono: la libertà dell'eiaculazione gli sfolgora il cuore, la mente, il corpo, lo spirito. Sospesi nel Cosmo che ha assistito con gaudente saggezza al loro amore, rimangono abbracciati a lungo a far sopire i loro ansiti, a stringersi nei corpi bagnati di eros e amore. I 15 minuti richiesti all'équipe della JXY sono già trascorsi e ora il Comandante ordina il rientro immediato! I due si staccano l'uno dall'altro e rimangono ancora a scrutarsi negli occhi, attenti, emozionati, ancora eccitati e pieni di gratitudine. Anche l'Operazione11 ha fallito: benché siano stati ad un punto dalla possibilità di prelevare un campione, ormai non gliene importa più nulla: si sentono divinizzati. Ci potranno senz'altro riuscire nell'Operazione12. E se anche fossero entrambi esonerati per sempre da quella missione, sanno nell’intimo del proprio io d’aver scoperto insieme uno Spazio InterGalattico che supera ogni meraviglia, che mai avrebbero potuto desiderare o anche solo immaginare.


Punteggio complessivo: 40,33